Restauro dei candelieri di Palazzo Malvinni-Malvezzi

Il restauro illuminotecnico

A cura di Frascella srl

Entrando nel salone delle feste di Palazzo Malvinni Malvezzi corrisponde a immergersi in una atmosfera d’altri tempi, con la mente si può viaggiare e ritrovarsi magicamente in uno dei sontuosi ricevimenti che queste mura hanno ospitato all’ombra di stucchi dorati e affreschi policromi.

Sarà suggestione ma passeggiando in questi ambienti riusciamo a sentire la musica dei valzer e immaginare signori in abito di gala danzare sotto le infinite luci tremolanti dei magnifici candelieri di cristallo iridescente che impreziosiscono la sala principale.

Col cuore carico di questo immenso fascino abbiamo voluto donare nuova linfa vitale a queste straordinarie sculture luminose.

Il nostro lavoro si è basato principalmente su una analisi storico-artistica delle opere che abbiamo attenzionato elaborando una soluzione discreta, poco impattante e reversibile.

Confrontarsi con elementi di arredo di tale pregio è stata una ardua sfida perché abbiamo puntato tutto su una perfetta integrazione tra elementi tecnologici innovativi e soluzioni estetiche delicate.

Abbiamo così elaborato un organo illuminante con chiari rimandi alle candele che, con la loro luce calda e vibrante, facevano scintillare i cristalli che adorano la struttura bronzea.

Il primo passo che abbiamo mosso è stato fare un attento rilievo dei candelieri prendendo tutte le misure necessarie per integrare la soluzione illuminotecnica, abbiamo dunque scelto di allocare la fonte luminosa all’interno dei portacandele e sfruttare i montanti in bronzo per far camminare la linea elettrica.

Da quel momento abbiamo concentrato le nostre attenzioni nell’elaborare un modello campione del nostro elemento luminoso. Abbiamo calibrato con attenzione un cilindro trasparente studiato appositamente per contenere un microchip led a bassa tensione opportunamente dissipato. Il cilindro presenta in testata una speciale finitura opale capace di rievocare l’effetto della fiamma della candela.

Nel corso della storia alcuni elementi in cristallo del candeliere sono andati distrutti o perduti; è il caso di una importante sfera di cristallo che completava la composizione della parte terminale. Grazie alla collaborazione di artigiani che conoscono i segreti tramandati da generazioni di questo materiale affascinante siamo riusciti a far realizzare un’altra sfera sul modello della originale. 

Abbiamo scelto di realizzarla di una forma leggermente differente in modo da evitare di operare secondo i dettami di un restauro di completamento in stile ma dichiarando, in maniera armoniosa è poco importante, l’intervento attuale. 

Grazie all’impegno profuso e alla passione dedicata a questo importantissimo capolavoro dell’arte luminosa siamo riusciti a restituire a tutta la comunità l’emozione unica di rivivere le atmosfere da favola che questo preziosissimo scrigno di architettura testimonia ancora oggi.

 

La storia

A cura di Pierluigi Moliterni

Il palazzo Malvinni Malvezzi, collocato sulla sommità della Civita, rappresenta nella sua interezza il vivere privilegiato in città. Troppo spesso, nostro malgrado, non siamo soliti considerare quel manipolo di nobiltà presente, quella parte di società con titoli altisonanti e blasoni variopinti in grado di costruire e abitare magioni sfarzose nel cuore degli antichi rioni Sassi.

Superato il settecentesco portone su piazza Duomo, infatti, si dispiega ai nostri occhi la serie di ambienti sontuosi, di grandi sale che fanno percepire le stratificazioni continuenel tempo, dal XV al XVIII secolo.

Il piano nobile, corrispondente in facciata alla lunga balconata, è occupato per due terzi dal magnifico salone delle feste e nella restante parte da un’alcova. Entrambi gli ambienti, costruiti con l’ampliamento del ‘700, sono stati protagonisti di un riallestimento decorativo ottocentesco. 

La volta a padiglione del salone, infatti, con fregi a finto stucco e volute fitomorfe, è costellata da molteplici rosette dorate, da diverse specie di uccelli variopinti e da canestre traboccanti di frutta e vegetazione. Questo gioco equilibrato di forme concave e convesse è interrotto in sei spicchi che presentano una decorazione a motivi geometrici che simula una tappezzeria sui toni del rosa. 

Ma è certamente il dorato il colore predominante nell’ambiente: è infatti presente nel massiccio cornicione che, aggettandosi, circonda la sala, nelle zinefre, che un tempo sorreggevano i pesanti tendaggi, abbellite in posizione centrale dallo stemma di famiglia, nei piedi dei sei divani con stoffa rossa, nei decori dell’imponente arco trionfale che divide il salone dalla camera nunziale, nelle cornici delle grandi specchiere che avevano l’importante compito di rifrangere la luce e far risplendere l’intera scenografia. 

Ma è di bronzo dorato anche la struttura grandiosa dei due grandi lampadari centrali, ‘’con gingilli misti cristallo e vetro’’ come sono descritti nell’inventario del 1931, in cui il valore ammonta a 600.000,00 lire per ciascuno, pari oggi a … euro. È questa l’unica descrizione storica a noi pervenuta, non conosciamo l’anno di realizzazione dell’intero apparato decorativo e neanche il nome delle maestranze che ci lavorarono. 

Certo è che questi arredi seppur in un numero ridotto, superstiti perché scampati alle manomissioni del tempo,sono in grado di restituirci il fascino e la magnificenza di un luogo che finalmente viene restituito alla comunità.

FOTOGRAFIE: ARCHIVIO PROVINCIA DI MATERA

BIBLIOGRAFIA: A.S.M. FONDO MALVINNI MALVEZZI